Il biometano: una pietra miliare della transizione energetica

Sostituto rinnovabile del gas naturale fossile

Il biometano, o gas verde, è una fonte di energia totalmente rinnovabile, ottenuta dalla purificazione del biogas prodotto dalla degradazione delle sostanze organiche (piante, rifiuti agricoli e agroindustriali, rifiuti domestici, fanghi di depurazione, ecc.).
Ha una composizione chimica e proprietà identiche a quelle del gas naturale, per cui può essere immesso direttamente nelle reti di distribuzione come combustibile, oppure utilizzato come carburante per veicoli sotto forma di BioGNV.

Il biometano è un gas neutro in termini di emissioni di gas a effetto serra (GHG): il carbonio rilasciato dalla combustione è stato infatti assorbito dagli organismi viventi ed era già presente nell’atmosfera al momento della loro comparsa, nel cosiddetto ciclo breve del carbonio. Al contrario, i combustibili fossili (petrolio, carbone e gas naturale) rilasciano nell’atmosfera il carbonio accumulatosi per milioni di anni nel sottosuolo del nostro pianeta.

Noto anche come gas naturale rinnovabile (GNR), contribuisce allo sviluppo dell’economia circolare: viene prodotto localmente, a partire da rifiuti organici, e impiegato in abitazioni e aziende sul territorio per il riscaldamento, l’acqua sanitaria, la cucina o i trasporti. Può essere facilmente stoccato e trasportato utilizzando le infrastrutture già esistenti per il gas.

Colonna portante della transizione energetica, contribuisce all’autonomia energetica locale e sostituisce i combustibili fossili utilizzati per i trasporti (come carburante) e il riscaldamento (come combustibile), che coprono la maggior parte del fabbisogno energetico e delle emissioni di gas serra.

Un'immagine della strada da percorrere.
Immagine che mostra un sistema di raccolta del biogas in un impianto di stoccaggio di rifiuti non pericolosi.

Prestazioni ambientali eccellenti

 

La produzione e il consumo di biometano emettono soltanto 23,4 g di CO2eq / kWh PCI1, 10 volte meno del gas naturale, estratto dal sottosuolo e importato.
Il biometano impiegato come carburante o combustibile permette di ridurre fino al 90% delle emissioni di gas a effetto serra (GHG), rispetto al gas naturale, alla benzina o al diesel.

 

1 Il potere calorifico netto (PCN) corrisponde alla quantità di calore rilasciata durante la combustione per unità di volume o di massa, senza considerare l’energia fornita dal vapore prodotto.

Un imperativo ecologico che si trasforma in un’opportunità economica

Immagine che mostra un compattatore in un impianto di stoccaggio di rifiuti non pericolosi.

I fatti

La gestione dei rifiuti genera il 5% delle emissioni mondiali di gas a effetto serra.
Una delle cause principali è l’emissione in atmosfera del metano (CH4) prodotto dalla decomposizione delle sostanze organiche nelle discariche. Questo potente gas a effetto serra ha un potere riscaldante 86 volte superiore a quello della CO2 in 20 anni e, secondo il FMI, è responsabile di circa il 30% dell’aumento della temperatura globale dall’inizio dell’era industriale (1850-1900).

Secondo la Banca Mondiale l’umanità produce ogni anno quasi 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani (sostanze organiche e altri rifiuti domestici e provenienti da uffici, aziende e cantieri).
In proporzione all’aumento della popolazione mondiale futura, si prevede che questa massa di rifiuti crescerà di un ulteriore 70% entro il 2050.

Un enorme giacimento di energia rinnovabile

La riduzione delle emissioni di metano causate dall’attività umana è essenziale per mantenere l’aumento delle temperature al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli preindustriali, in linea con l’accordo sul clima di Parigi.

Cresce il numero di Paesi in cui i gestori delle discariche sono obbligati dalla normativa e dalle proprie esigenze ambientali a catturare il biogas emesso dalla combustione spontanea e naturale delle sostanze organiche e, ove possibile, a recuperarlo per trasformarlo in una fonte di energia (calore, elettricità o gas).

Tra le soluzioni esistenti per il recupero del biogas, una è particolarmente efficace dal punto di vista energetico e ambientale: la conversione in biometano, un sostituto rinnovabile del gas naturale fossile.

Il principio: dopo la purificazione, il biogas catturato in discarica (inizialmente composto da una miscela di gas diversi, in prevalenza metano) può essere immesso nella rete urbana del gas per rifornire le abitazioni e le imprese sotto forma di biometano.

Già adottata da molte delle principali aziende di trattamento dei rifiuti in tutto il mondo, questa innovativa soluzione di recupero del biogas ha un duplice impatto in termini di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e di mitigazione del riscaldamento globale:

  • Riduce efficacemente le emissioni di metano nell’atmosfera
  • Sostituisce i combustibili fossili, per lo più importati, con energia rinnovabile prodotta localmente

 

Per saperne di più

Immagine di un'unità WAGABOX nel sito di stoccaggio di rifiuti non pericolosi di Basilac d'Auberoche.

Il biometano: l’energia del futuro

Sono sempre più numerosi i paesi del mondo che introducono politiche proattive per incoraggiare la produzione di biometano e consentire un rapido sviluppo del settore.

L’Unione Europea, per esempio, ha raddoppiato gli obiettivi di produzione di biometano, attraverso il programma REPowerEU, prevedendo un volume annuo di 35 miliardi di metri cubi entro il 2030. In vista del 2050, l’UE punta a una produzione di biometano pari a 900 TWh rispetto ai 40 TWh del 2022.

L’UE e gli Stati Uniti rappresentano da soli quasi il 90% di questo aumento: nel 2022, gli Stati Uniti, dal 2019 il maggiore produttore mondiale, hanno registrato una crescita significativa del 20% e raggiunto 2 miliardi di metri cubi (cioè quasi il 30% della produzione globale), mentre l’Unione Europea ha riportato un aumento della produzione di biometano del 15% e raggiunto quasi i 4 miliardi di m3 nel 2022.

La Francia ha aumentato la produzione di biometano di circa il 65% rispetto al 2021, raggiungendo 0,65 miliardi di metri cubi e diventando il secondo produttore in Europa.

In uno studio pubblicato nel luglio 2022 sulle prospettive della produzione di biometano negli Stati membri dell’UE, il consorzio Gas for Climate stima che i Paesi con il maggiore potenziale di produzione nel 2050 siano Francia (22 miliardi di m3 all’anno), Germania (22 miliardi di m3 all’anno), Spagna (20 miliardi di m3 all’anno) e Italia (14 miliardi di m3 all’anno).

 

Ritratto di un dipendente di Waga Energy.

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